EDITORIALE

Nicola Bertasi

Una città non è disegnata, semplicemente si fa da sola.
Basta ascoltarla, perché la città è il riflesso di tante storie.

Renzo Piano, La responsabilità dell'architetto.


Ci sono moltissimi modi di abitare la città. C'è chi cerca un rifugio sicuro dal traffico e dal trambusto e sceglie una piccola casa in periferia, c'è chi non può permettersi una scelta e finisce in un minuscolo tugurio malmesso, ci sono i metropolitani che vogliono vivere nel centro più caotico e ci sono i miliardari proprietari di parchi privati in corso Venezia. Ci sono le scelte e ci sono le necessità. La città è soprattutto questo: lo specchio più veritiero delle contraddizioni della nostra epoca.

Un tempo si pensava che il ruolo dell'architetto, dell'ingegnere e dell'amministratore fosse quello del mediatore fra gli eccessi del mercato e la costruzione di una città dove tutti potessero ritrovare il proprio abitare ideale. Poi sono stati scritti diversi libri, sono stati fatti film, ci hanno mostrato le mani sulla città. L'ingenuità di quel pensiero non è forse più possibile.

Forse.

Oggi abitiamo una città scollegata, fatta di migliaia di piccole realtà che a fatica si notano fra loro.
Crescono a dismisura le necessità e diminuisce, con la stessa velocità, la possibilità per i più di fare delle scelte. Chi può realmente permettersi oggi di costruire il proprio abitare ideale? Pochissimi. Complice l'astuzia un po' macabra di chi crede ancora che la città debba essere disegnata dall'alto.

Forse c'è un'altra strada ancora percorribile che ci porta a immaginare una metropoli diversa, dove tutte le singole vite ridisegnano un piano regolatore che sa anche di utopia. Una strada che tenga lontani i fascismi di ogni sorta che predicano sempre più forte l'omogeneizzazione del paesaggio urbano.
Forse si può ancora fare dell'abitare una pluralità di scelte che dialogano fra loro e non una singola necessità imposta.

Eccoci qui dunque.
Dalle storie di vita dei giostrai nomadi, passando attraverso le case del quartiere insalubre di Santa Giulia, abbiamo incrociato lo sguardo dei Rom che abitavano i dintorni di via Malaga. Siamo andati ad ascoltare le storie degli anziani delle case di riposo, cercando poi di capire meglio l'iniziativa Abitare a Milano, nata dalla collaborazione fra il Politecnico e il Comune, che potrebbe vedere il ritorno di una riflessione seria sull'idea di edilizia pubblica e popolare.

In questa Issue 18 di Miciap ci piace immaginare l'abitare come una complessa somma delle storie che lo creano. Dove una storia non è mai minore, perché tutte sono importanti.


Buona Visione.