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Ex Sisas

Daniele Pennati

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Tra la speranza di una nuova vita e il baratro del disastro ambientale, l'ex polo chimico SISAS si offre all'obbiettivo fotografico nel suo desolante e inquietante abbandono.


Entro nella sede ormai abbandonata dell'industria chimica Sisas di Pioltello-Rodano all'inizio della primavera 2006. è una giornata piovosa e ancora fredda con un cielo grigio ed opprimente come solo il milanese sa offrire. Sapere di star camminando all'interno di uno dei siti più inquinati (e a maggior rischio di disastro ambientale) d'Europa fa uno strano effetto...

Nel 2006 ancora poco si sapeva dei destini di quest'area tranne che, ormai già da due anni, pendeva sulla Regione Lombardia una maximulta europea pari a 22.000€ giornalieri per tutto il tempo che sarebbe trascorso prima della bonifica. Nel 2007 viene stipulato un accordo di programma tra Regione, Stato e Comuni di Pioltello e Rodano con il Gruppo Zunino per la bonifica e riconversione dell'area (sì... lo stesso gruppo dello scandalo giudiziario legato alla bonifica e riconversione dell'area Santa Giulia Rogoredo-Montecity). A fronte della bonifica, il gruppo ottiene la proprietà dell'area (per soli 4 milioni di euro) e la possibilità di edificare un centro commerciale di 100.000 metri quadri e 140.000 metri quadri di terziario. A seguito delle vicende giudiziarie legate al progetto Santa Giulia nel 2009 il gruppo si ritira unilateralmente dall'accordo dopo aver bonificato solamente una delle tre discariche. Tuttavia esso resta proprietario dell'area che, grazie ad un nuovo appalto del 2010, viene bonificata a spese dello stato e della regione.

Non è certo attraverso la fotografia che è possibile raccontare questa brutta storia di favori e concessioni paralegali che coinvolgono i vari protagonisti (amministratori regionali in primis). Con queste immagini si può solo tentare di costruire una piccola scatola della memoria per preservare ciò che è stato e che presto non sarà più... con la speranza che il futuro ancora nebuloso dell'ex Sisas possa far si che non si arrivi alla costruzione dell'ennesimo centro commerciale, ma (come auspicato dalle amministrazioni comunali coinvolte) al rilancio del "polo chimico" e di nuove realtà imprenditoriali in un'ottica d'eccellenza scientifica, compatibilità ambientale e sviluppo sostenibile.

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