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La Darsena e Viale della Liberazione

Virgilio Carnisio

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Un lungo percorso fotografico nato dall'esigenza di poter trattenere nella memoria scorci della città destinati a scomparire.


La Darsena, mitica meta dei barconi che per quattrocento anni percorrendo i Navigli portarono marmi, sabbia e ghiaia per la costruzione di edifici della città in grande espansione, è da sempre considerata il centro della Milano popolare ricca di storie, di leggende, di personaggi coraggiosi e anche, di furfanti e di cialtroni. Negli anni '80 l'attività edilizia conobbe una profonda crisi e anche i barconi cessarono, l'uno dopo l'altro, la loro attività. La Darsena, abbandonata, si degradò rapidamente infestata da rovi, cespugli e soprattutto da topi, da nutrie e da uccelli migratori e così rimase fino a due anni fa, quando iniziarono i lavori per la sua trasformazione che si è conclusa da pochi mesi. Ora l'antico specchio d'acqua presenta un aspetto moderno con attrezzature per le varie attività che in essa si svolgono. Un complesso piacevole e funzionale ma privo di quella "milanesitàā€¯ che tanto intenerisce i ricordi dei cittadini più attempati.

Viale della Liberazione, inserito nell'ampio progetto di sistemazione della zona di Porta Nuova, è del tutto irriconoscibile rispetto a qualche anno fa. Ai suoi lati, dove ora si sono innalzati spettacolari grattacieli, c'erano terrapieni di erbe e cespugli spontanei frammisti a rifiuti di ogni genere. All'angolo con Viale Sturzo, dove adesso c'è il tunnel che porta alla stazione Garibaldi, si accampava periodicamente un circo famoso, Togni ed Orfei. Più sotto, nel lato sinistro del viale, nel luogo in cui i binari delle "Varesineā€¯ portavano alla stazione in Via Galilei, ove ora svetta, glaciale, la torre Diamante, si insediò per anni un assai frequentato Luna Park, mentre la parte più vicina a Via Melchiorre Gioia divenne il parcheggio per tir provenienti da ogni parte d'Italia.

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