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Lobato
mizzazione

Marco Cappelletti

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Il Carroponte, una riappropriazione contro la "Lobatomizzazione" del tessuto urbano post-industriale.


La città evolve disorganicamente in metropoli e l'uomo è sempre meno al centro di tale cambiamento. Evidenti sono le trasformazioni che stanno interessando la città di Milano. Le reti di trasporto collettivo stentano ad espandersi, mentre le grandi catene e l'edilizia residenziale conquistano spazi superiori al necessario. Parallelamente le relazioni sociali si riducono al minimo: le piazze e le strade perdono le loro funzioni, la famiglia non ha più radici nella comunità ed in generale vige l'anonimato. È in atto un processo di progressiva atomizzazione.

In questo contesto l'architettura può intervenire per mantenere vive la storia e l'identità dei luoghi attraverso il processo del riuso.

Sesto San Giovanni costituiva un punto di riferimento per l'industria europea. Ora le grandi fabbriche hanno cessato la loro attività e l'identità operaia è oggi mascherata da un paesaggio che non la descrive più. Il tessuto urbano attuale sembra vittima di quella che Rem Koolhaas definisce lobotomia, in riferimento ai grattacieli di New York che una volta raggiunta una "sovradimensione" non sono più in grado di sostenere una corrispondenza tra facciata e funzione interna dell'edificio. Luoghi come il Carroponte consentono di riappropriarsi del territorio e del passato, anche da un punto di vista visivo-concettuale. Perché ciò accada è necessario che l'intervento di riuso abbia come obiettivo la riattivazione del tessuto sociale e la sua restituzione ai cittadini.

Questo progetto cerca di evidenziare valori e criticità della nuova identità assunta dal Carroponte che un tempo faceva parte delle acciaierie Breda e ora trasformato in arena concerti. La sintesi raggiunta da queste immagini è frutto del deposito di sensazioni, pensieri ed idee che il territorio circostante ha riversato su di me.

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