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WORKING CLASS

Cristina Mian e Marco Frigerio

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Abbiamo cominciato a lavorare a questa serie di immagini verso la metà del 2004, quando gli effetti dell’entrata nel WTO della Repubblica Popolare Cinese hanno cominciato a farsi sentire sul tessuto industriale europeo. Molte imprese, alcune delle quali probabilmente a partire dal secondo dopoguerra già spostate dalle zone urbane a quelle dell’hinterland, avevano cominciato a delocalizzare le proprie unità produttive sul territorio cinese: è stato subito chiaro che ci sarebbero stati enormi sconvolgimenti nell’assetto produttivo e commerciale europeo. Qui in Italia, in particolare, l’area della produzione tessile ha vissuto momenti di intensa crisi, una crisi che poi si è estesa anche ad altri settori industriali, a tal punto che oggi è diventata una triste e quotidiana consuetudine apprendere della chiusura di un’altra azienda e del conseguente licenziamento dei suoi lavoratori, e questo mentre in Cina continuano invece a sorgere migliaia di nuove aziende a capitale europeo ed in cui i lavoratori cinesi vengono sottopagati, la manodopera sfruttata e le condizioni di lavoro sono inaccettabili. E’ molto difficile prevedere le conseguenze sociali ed economiche che questa situazione porterà sul lungo periodo, specialmente ora che a questa situazione si è anche aggiunta la grave crisi economica che ha colpito il mondo nell’autunno del 2008.
Da parte nostra sappiamo solo che, attratti come magneti, abbiamo cominciato ad esplorare le aree industriali abbandonate di Milano e dell’hinterland, forse perché abbiamo la netta sensazione che questi luoghi rispecchino in qualche modo il futuro del nostro attuale tessuto industriale, che siano gli inquietanti presagi di ciò che dovrà inevitabilmente accadere, e con una maggiore frequenza rispetto al passato, a moltissime altre aziende oggi attive.

Per quanto riguarda la città di Milano, tutte le immagini sono state realizzate all’interno dei capannoni della enorme area industriale abbandonata della ex Immse, a Rubattino, area che oggi è oggetto di un importante intervento di riqualificazione.

Invece nell’hinterland ci siamo concentrati maggiormente sulle ex aziende tessili che sorgevano di fianco al fiume Lambro, nelle zone periferiche di Monza e nelle prima cerchia della Brianza, a volte spingendoci anche nell’area di Saronno.

Oggi come allora, quando abbiamo realizzato questa serie di immagini, affiora forte in noi la convinzione che qui, in questi luoghi abbandonati, si celi un destino condiviso, che questi siano luoghi pervasi da destini comuni che si riflettono uno nell’altro e che ci ricordano di scegliere il nostro futuro con molta attenzione, ora, mentre forse è ancora possibile.

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