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Portiere! Portiere!

Beatrice Speranza

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Un'esplorazione fotografica delle portinerie meneghine, ricordandosi della loro importanza.


Questo progetto è nato a Milano, dopo un veloce confronto con l'architetto Sabrina Bignami. Sono bastate poche parole per accendermi il desiderio di realizzare un racconto fotografico di questi microcosmi abitativi, a metà strada tra ufficio e abitazione: "Ho sempre trovato che le portinerie assomigliassero ai portinai che le abitavano, manifesto del loro pensiero, delle loro passioni, delle loro aspirazioni racchiuse in uno spazio piccolo e poi sempre transitorio...come se con gli oggetti se ne volessero appropriare per un tempo finito... Mi affascina lo spazio architettonico della portineria... quel microcosmo carico di provvisorietà luogo di passaggio e di chiacchiere, di gesti quotidiani ripetuti all'infinito... Mi interessa come le persone si appropriano diversamente di questo spazio, caricandolo di segni personali, di tracce della vita degli abitanti, oggetti apparentemente insignificanti che però raccontano storie, frammenti della vita altrui, tutti segni impercettibili che si svelano solo per chi ha occhi per vederli...".

Nel suonare il campanello di una portineria, provi quel sano disagio di poter creare disturbo e non bastano gli orari fuori dal portone per toglierti dall'imbarazzo di interrompere la portinaia dalle sue fac­cende quotidiane. Questo disagio forse è dettato anche dalla loro funzione e posizione, la prima linea che divide la strada pubblica dal privato, sono loro che ti danno il permesso di varcare la soglia dell'intimità ed è sempre questa locazione e funzione che fa di loro i custodi delle dinamiche del condominio, un luogo privilegiato e stra­tegico per l'osservazione dei ritmi altrui.

I portinai resistono, ma a fatica. Sono rari i casi in cui hanno ancora a disposizione un intero alloggio a fianco della portineria. Sempre più spesso svolgono un ruolo di vigilanza nei giorni feriali. In una città grande come Milano, capitale della moda e della vita frenetica italiana, stereotipo dell'importanza dell'apparire più che dell'essere, ve ne sono ancora molte. Tuttavia, non solo in questa città, ovunque si pone sempre meno attenzione ai piccoli gesti della vita di tutti i giorni.
Anche a Parigi è scattato l'allarme: in dieci anni, si sono perdute diecimila concièrgeries.

Ho voluto puntare il mio obiettivo verso alcune di queste portinerie, per "indagare" sulle loro vite, attraverso gli oggetti custoditi al loro interno. La presenza o meno di fotografie, col­lezioni, cartoline, fiori ecc. mi hanno dato qualche piccola indicazione sulla loro quotidianità e sulle loro passioni, che fossero per la musica, la lettura o una squadra di calcio. Azioni quotidiane, dall'apparenza insignificanti, come lo smistare la posta, annaffiare le piante, occuparsi della pulizia e sicurezza del palazzo, costituiscono in realtà parte delle basi per il corretto funzionamento della vita di condominio.

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