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La morte dell'ippica

Marco Casino

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La crisi dell'ippica, fotografata dalla prospettiva di chi vede il proprio mestiere diventare lentamente un frammento del passato.


Il mondo dell'ippica in Italia affronta una crisi strutturale, forse irreversibile.
Uno scarsissimo ricambio generazionale degli scommettitori e anni di gestione scriteriata e di giochi politici da parte dell'Unire (Unione nazionale incremento razze equine), di recente sostituita dall'Assi, hanno portato a una crisi spaventosa, resa ancora più grave da quella generale del Paese.

Tutte le cifre di bilancio sono drammatiche, a cominciare dal dimezzamento per il 2012 del montepremi, cioè dei soldi distribuiti nelle varie corse ai proprietari dei cavalli meglio piazzati al traguardo. Anche il flusso di scommesse è in continuo calo, registrando solo negli ultimi sei mesi del 2011 un negativo del 25% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Non fa eccezione l'ippodromo di S.Siro a Milano, fulcro geografico di questo reportage.

Queste immagini raccontano lo stato di crisi generale del settore, visto dalla prospettiva degli addetti ai lavori. Percepire, tramite il loro vivere quotidiano, come sia stato possibile mettere in ginocchio uno sport secolare in poco meno di una decade. Il rischio concreto è che scompaia per sempre un mondo pittoresco e suggestivo, certamente responsabile di innumerevoli tracolli economici personali e familiari, ma capace nel contempo di popolare l'immaginario di intere generazioni, ispirando letterati, pittori, stilisti, registi, e alimentando i sogni di piccoli proprietari e di tanti scommettitori.

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